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Concorsi » Castello Aragonese di Ischia - 2009

 



Concorso internazionale di idee per la riconfigurazione spaziale della Cattedrale del Castello Aragonese di Ischia  
Capogruppo:
Alfonso Buongiorno

Progettisti:
Antonio Pelella, Massimo Augusto Pellegrino, Ilaria Tavano 

Collaboratori:
Gruppo di Progettazione_ Massimo Liparulo

Consulenti:
Guido Balsamo

Ischia - Italia 
2009

 
E’ questo il caso in cui l’intervento architettonico contribuisce a migliorare la natura. Per l’isolotto del Castello Aragonese il susseguirsi delle architetture, il groviglio dei percorsi, il compenetrarsi con la geologia, genera un valore paesistico indiscusso. Il pregio non è nelle singole opere ma dalla lettura dell’insieme; per dirla con l’archeologo Robert Scranton il valore è nel “Group Design”.Si e’ partiti dalla volontà di non ricostruire la copertura ma bensì esaltare il carattere del “rudere” attraverso un origami di elementi finiti che, evocando il timpano della chiesa, ridisegna il tamburo della cupola. La nuova copertura adagiandosi sui resti ne assume le geometria delle crociere in perfetta omoritmia con le stesse. I due elementi, copertura e pedana, gemelli diversi, definiscono il nuovo invaso della cattedrale. La doppia lettura, nel paesaggio e del camminatore, rivela due forme espressive differenti: “Group Design” e sacralità del segno. La copertura a doppio guscio è pensata in lamiera stirata di rame. La trama conferisce allo spazio intermo una luce filigranata. Di notte il rapporto si inverte: col favore del buio la luce della copertura assume un carattere evanescente che sta tra la marezzatura lunare e la fosforescenza di creature degli abissi. La copertura presenta parti vetrate a protezione degli stucchi. In prossimità del foro del timpano il doppio guscio si sagoma a clessidra; il passaggio della luce ci ricorda il luogo della cupola. Tra i due gusci il sistema di illuminazione. Di riflesso la pedana interna, proiezione delle volte, si scompone in pedane sollevabili per accogliere diversi tipi d’iniziative. All’occorrenza con dei pantografi posti nell’intercapedine gli elementi della pedana si sollevano per formare scenari flessibili. La copertura e la pedana sono pensati come oggetti dichiaratamente aggiunti, un nuovo strato alla complessa stratificazione della mneme del luogo.