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Concorsi » Ariano Irpino - 2017

 

Progettisti :
Antonio Pelella, Fabrizia Costa Cimino, Carmen Fratantonio, Bartolomeo Cristiano

Collaboratori :
Enrico Borriello
Stefano Di Benedetto

Consulenti:
Paola Margherita artista
Diana Verde Lighting Designer


Ariano Irpino - Italia
2017

 

Il tema oggetto del concorso internazionale di architettura ha una significativa valenza urbana.

Il progetto urbano ci rimanda alle nozioni di ambiente fisico e cioè al disegno urbano come disegno di relazione tra le cose oltre che alle cose stesse.

Gli strumenti del nostro operare e la definizione degli elementi di costruzione del progetto affiorano e si precisano mediante un rapporto serrato con la specificità del luogo.
La geografia del luogo, il paesaggio, il tessuto edilizio, le architetture eccezionali, le tracce di principi insediativi durevoli nel tempo, la storia dei processi di aggregazione edilizia, la storia nella sua accezione generale, sono il nostro fare architettura.

Il tema è stato da noi affrontato tenendo dialetticamente assieme tre diverse scale o dimensioni di progetto.


La prima: riformulare e consolidare, in chiave di continuità, il rapporto fra città e paesaggio. La città di Ariano Irpino è morfologicamente definita dalla sua geografia. Tre colli disposti in successione lineare contengono la forma urbis. Due sono le emergenze architettoniche che caratterizzano la civitas: il castello normanno e la cattedrale con il suo campanile. Due monumenti che, oltre a costituire l'identità urbana della città, instaurano un rapporto con l'ambiente paesaggio dove entrambe le parti si legittimano reciprocamente, in un rapporto di senso tra natura e cultura.

Il tema del progetto, realizzazione del polo scolastico d'eccellenza alberghiero e agroalimentare. La seconda: le relazioni possibili tra le cose e il nuovo edificio. La terza: l'architettura dell'edificio stesso.

 

Ci si è fatto carico anche della memoria recente. L'utilizzo del vuoto urbano (una volta occupato dalll'ex Hotel Terrazze Giorgione), quale contenitore di attività collettive consolidate, permette di ricucire il rapporto con il paesaggio attraverso un sistema di terrazze panoramiche aperte sull'ambiente circostante.

La definizione formale del nuovo edificio è strettamente legata alla tipologia a blocco, prevalente del tessuto edilizio della città. Il tipo a blocco compatto è la scelta architettonica per il nuovo edificio. Un manufatto architettonico composto da 5 piani, una piazza sul tetto che include due nuove emergenze architettoniche. Il fronte principale, su Via D'Afflitto, rivolto alla città e al paesaggio, è caratterizzato da una scansione compositiva uniforme di pieni e vuoti come reinterpretazione della tradizione edilizia delle facciate dei palazzi urbani di cui, il Palazzo Bevere, costituisce un interlocutore privilegiato.

Il tema del rapporto con il paesaggio è risolto nel solco della continuità di relazioni già formalmente strutturate tra costruito e ambiente. Il nuovo edificio costituisce un'addizione, una nuova eccezionalità, tutta contenuta nella storia e memoria del luogo.

All'interno del rapporto fra cose e nuovo edificio, le parti più significative, oltre alla scelta formale rigorosa e alla facciata regolare ed uniforme, sono il tetto piazza e gli edifici che insistono su di esso.

La nuova piazza posta a quota + 3,40 m. da piazza S. Francesco, ne costituisce un'aggiunta e un accrescimento. L'articolazione del progetto determina una nuova piazza composta da due spazi pubblici con piani sfalsati: entrambi consentono l'accesso al polo scolastico, riconfigurando, di fatto, il nuovo spazio urbano. E' così che la piazza si connette al paesaggio. Piazza S. Francesco, a lungo compressa dalla mole dell'ex Hotel Giorgione, conquista il rapporto con l'ambiente circostante aprendosi al paesaggio. I due edifici che insistono sulla piazza segnano l'addizione dello spazio pubblico nuovo e, al contempo, guidano prospetticamente l'innesto con il paesaggio. I rapporti spaziali tra la città consolidata e la nuova architettura generano una nuova scena urbana dove passato e modernità colloquiano senza mimesi, caratterizzando un presente nuovo possibile. Con la conquista dello spazio pubblico del paesaggio anche la memoria recente, le terrazze panoramiche dell'ex Hotel  Giorgione, trova nuova vita.

L'architettura del nuovo edificio ha grande duttilità nella sua articolazione funzionale.

Soddisfatte appieno le esigenze distributive e spaziali proprie di un polo scolastico d'eccellenza, il concepimento compositivo degli spazi interni consente un utilizzo anche per attività collettive o pubbliche. L'edificio accoglie, quindi, le preposte attività scolastiche e, al contempo, è luogo aperto ai bisogni della comunità di Ariano Irpino.



 

La conformazione irregolare e le modeste dimensioni dell'area di sedime, il notevole salto di quota +10,00 metri tra via d'Afflitto e piazza S Francesco, hanno imposto da subito una distribuzione degli spazi su livelli sovrapposti. La mobilità è verticale. L'approvvigionamento della luce per gli spazi interni è verticale. Il fronte regolare di pieni e vuoti funge anche da frangiluce al fronte aule arretrate di circa un metro. Tutto il fronte dell'edificio che si dispiega, arretrato e dietro la facciata, è in vetro. Inoltre, sono stati previsti dispositivi e accorgimenti per soddisfare criteri bioclimatici. In ultimo, le due nuove emergenze architettoniche poste sulla piazza-tetto hanno come carattere distintivo elementi traslucidi che ne caratterizzano i fronti. Tale scelta ci consente di stigmatizzare anche in condizioni ambientali non diurne la presenza di un nuovo architettonico che si manifesta con luce e bagliori di modernità presente e visibile dall'ambiente urbano e dal paesaggio.

Il concorso internazionale di architettura ci ha offerto l'opportunità di esprimere il nostro modo di pensare, fare, costruire l'architettura; un modus operandi oggi considerato desueto, che occupa posizioni marginali, quasi resistenziali rispetto alla cultura dell'architettura spettacolo tanto in voga. Crediamo fortemente che l'architettura possa ancora concorrere alla costruzione di valori civili durevoli nel tempo, a partire dalla sua specificità disciplinare.