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Lavori » Gruppo Intersezione » Waterfront di Portici

Il Nuovo Waterfront di Portici, un museo di arte contemporanea a cielo aperto


gruppo INTERSEZIONE
 Paola Margherita artista, Fabrizia Costa Cimino, Antonio Pelella

Artista :
Paola Margherita

Collaboratori :
Fabrizia Costa Cimino, Antonio Pelella

Risultato :
Promo posto
https://www.frontartportici.it/graduatoria/

 

Il concorso prevede la scelta, la realizzazione e la messa in opera di un’opera d’arte a scala urbana, da collocarsi in uno spazio singolare, scelto liberamente dall’autore, lungo il nuovo Waterfront. L’area di intervento è costituita dal tratto lineare costiero compreso tra il Real Opificio di Pietrarsa e villa d’Elboeuf, attualmente interessato da un complesso intervento di riqualificazione. Un intervento di "Land Art" nel golfo, un "museo di arte contemporanea a cielo aperto" è sicuramente un'iniziativa che pone Portici tra le realtà europee all'avanguardia sul tema del Paesaggio
 


 
Il titolo dell’opera è “il portico dei Papiri”…il punto di partenza è la suggestione dei Papiri di Ercolano, la loro natura biologica di specie erbacea in origine, la loro funzione culturale, il loro valore tecnico come manufatto e la costruzione architettonica di cui possono farsi elementi costruttivi.
 
Una peculiarità della città di Portici è la strettissima rispondenza fra paesaggio marino/terrestre, storia della sua antropizzazione e ricerca: convivono su questo territorio un fitto strato archeologico in parte da esplorare, le tracce dell’impianto urbanistico modernizzante ad opera dei Borbone, il dipartimento di Agraria e il Centro di Ricerca Enea.



 

L’opera composta da 7 colonne è strutturata per modularità. Il suo modulo si ripete verticalmente 8 volte per ciascuna colonna, per un totale di 56 moduli. Sulla spiaggia vicina saranno alloggiati altri 4 moduli singoli poggiati sulla sabbia, un po’ inclinati, per suggerire l’idea di frammenti di colonna come reperti archeologici riemersi dal mare…
Le colonne nel paesaggio così orizzontale del Waterfront creano un punto di approdo visivo, in bilico fra il ricordo del passato industriale e quello archeologico, fra l’umana esigenza conoscitiva a la mimesi operata dall’arte. 

 
La natura è nell’opera rappresentata, sia pure in modo molto geometrico, da un insieme di piante di papiro. Queste piante hanno i loro fusti intrecciati e sembrano comporre un boschetto, ogni pianta si struttura in colonna triangolare ed il boschetto di colonne è organizzato in modo apparentemente casuale.
Le colonne in numero di 7, creano un porticato che vuole essere attraversato come si entra in un bosco, da varchi multipli che suggeriscono prospettive di fuga multiple